Rai Uno - Prima Puntata
27 Novembre 2005
10.182.000 spettatori
37.13% di share
Seconda Puntata
28 Novembre 2005
12.475.000 spettatori
44.15% di share
Media Audience: 11.328.500 spettatori
Media Share: 40.64%
L’avventura umana e spirituale di Karol Wojtyla dai
18 anni fino alla sua scomparsa è stata recentemente
raccontata dalla Lux Vide in un film in due puntate con
protagonista l’attore americano John Voight, per la
regia è di John Kent Harrison.
Andato in onda domenica 27 e lunedì
28 novembre 2005 su Raiuno in prima serata, il successo
della fiction su Karol Wojtyla è stato netto.
Questa fiction in due parti è una
megaproduzione internazionale, che ha visto la partecipazione
di Lux Vide, Rai Fiction, Rai Trade, CBS, Rai Trade, Grupo
Intereconomia, Baltmedia Projektor, ed è prodotta
da Matilde e Luca Bernabei e da Stephen Davis.
Il regista Harrison, un canadese noto per
aver diretto diversi film di qualità, soprattutto
per la TV, per "Giovanni Paolo II" ha lavorato
sul soggetto scritto da Francesco Contaldo, che firma anche
la sceneggiatura con Salvatore Basile, Francesco Arlanch,
Wesley Bishop e lo stesso regista, e si è servito
di un cast internazionale ricco di nomi prestigiosi.
Su tutti spicca Jon Voight (nato a Yonkers,
New York, nel 1938), che vanta il Premio Oscar e il premio
al Festival di Cannes come miglior attore protagonista ottenuti
nel 1978 per l'interpretazione di un invalido reduce del
Vietnam nel film di Hal Ashby "Tornando a casa"
e tre nomination all'Oscar, una nel 1969 come miglior attore
protagonista per "Un uomo da marciapiede" di John
Schlesinger accanto a Dustin Hoffman, una nel 1985 come
miglior attore protagonista per "A 30 secondi dalla
fine" di Andrei Konchalovsky e la terza, ma per il
miglior attore non protagonista, nel 2002 per "Alì",
il film di Michael Mann su Cassius Clay.Accanto a Voight,
molti attori di prima grandezza, come Cary Elwes, che interpreta
Karol dai 18 ai 50 anni, Ben Gazzara nella parte del cardinale
Casaroli, Christopher Lee (Wyszynski), Vittoria Belvedere
(Eva), James Cromwell (Sapieha), Wenanty Nosul (Stanislaw),
Daniele Pecci (Roman), Ettore Bassi (Gapa), Chiara Conti
(Anna), Valeria Cavalli (Teresa), Marcin Kuzminski (Mikal),
Giulietta Revel (Halina), Robert Gonera (Tadeusz), Christopher
Good (Cardinale Konig), Fabrizio Bucci (Krysztof Zachuta),
Giuliano Gemma (Navarro Valls).
L'itinerario esistenziale di Karol Wojtyla
è raccontato nella miniserie di Raiuno dagli anni
della sua giovinezza a Wadowice, la città dove è
nato, agli ottimi risultati negli studi e alla passione
per il teatro. Ma l'invasione nazista della Polonia spezza
queste ambizioni e lo porta a prendere parte della resistenza.
Poco più tardi un altro evento tragico: Karol, orfano
di madre da bambino, perde anche il padre. Nel 1942 sente
la vocazione religiosa e frequenta il seminario clandestino,
ma non abbandona il palcoscenico partecipando alla creazione
del Teatro Rapsodico, anch'esso clandestino naturalmente.
Quattro anni dopo è ordinato sacerdote, prosegue
gli studi a Roma e poi torna in Polonia come viceparroco.
E' il primo passo della sua carriera ecclesiastica. Prende
la laurea all'Angelicum, diventa professore di Teologia
Morale a Lublino, segue i lavori del Concilio Vaticano II,
viene nominato arcivescovo di Cracovia e nel '68 cardinale.
Dieci anni dopo, il conclave seguito alla morte improvvisa
di Papa Luciani lo elegge 263° successore di Pietro
e lui sceglie il nome di Giovanni Paolo II.
Di qui in avanti la fiction ripercorre
le tappe più significative del Pontificato di Wojtyla,
dalle centinaia di visite pastorali in Italia ai quasi cento
viaggi apostolici in tutto il mondo, dalla ferma opposizione
al regime comunista alla difesa della dignità dell'uomo,
dal carattere indomito che mostra denunciando i mali del
mondo alla simpatia che suscita per l'affabilità
spontanea e il giovanile dinamismo, dagli scritti religiosi
a quelli letterari e teatrali, dalle gravissime ferite subite
nell'attentato commesso da Ali Agca nel 1981 all'alto messaggio
morale, dalle sofferenze per il morbo di Parkinson ai moniti
rivolti ai potenti del mondo perché pongano fine
alle guerre, dal rilancio della fede in Cristo alla conquista
della devozione dei giovani, dalla tenace e puntuale presenza
etica nei fatti del mondo con le parole e le azioni fino
alle ultime ore di vita nelle sue stanze in Vaticano.
"Giovanni Paolo II" fa parte
del Progetto XX Secolo, che si propone di ricostruire in
miniserie di tre ore le storie di personaggi ed eventi che
hanno segnato il secolo trascorso.
Di questa serie sono già stati trasmessi
con successo "Papa Giovanni", "Soraya",
"Madre Teresa", "Meucci" e "Edda".
“Ad affrontare un ruolo come questo
ci vuole umiltà – ha dichiarato subito Jon
Voight – perché l’impegno è enorme
e grandissima la visione. Il significato che questo uomo
ha avuto per il mondo intero prescinde dal suo ruolo di
Pontefice, la vita di Karol Wojtyla è una preghiera
lasciata al mondo e a quanti lo hanno amato. Mi sento ancora
influenzato dal personaggio. Difficile parlare a caldo di
un’esperienza che mi ha probabilmente cambiato in
molti modi diversi. Tra un po’ potrò comprendere
meglio il significato più vero di aver partecipato,
anche se solo come attore, a questa storia meravigliosa.
Per me Karol Wojtyla era pura energia spirituale!”.
La fiction è particolarmente attenta
al legame con la verità storica dei fatti e dei personaggi
rappresentati.
Anche l’inevitabile inserimento di
personaggi “di finzione” è stato effettuato
ispirandosi a persone realmente esistite.